Simenon Georges - Maigret 01 - 1931 - Pietr il Lettone by Simenon Georges

autore:Simenon Georges [Simenon Georges]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Mystery & Detective
ISBN: 9788845971167
editore: Adelphi
pubblicato: 2012-01-21T23:00:00+00:00

«Chiamami un taxi…».

Qualche minuto dopo entrava dal dottor Lecourbe, in rue Monsieur-le-Prince. Sei clienti aspettavano in anticamera, ma a lui venne fatto fare un giro attraverso l’appartamento e appena l’ambulatorio fu libero il medico lo ricevette.

Uscì soltanto un’ora dopo. Adesso Maigret aveva il busto più rigido e occhiaie talmente profonde che il suo sguardo pareva diverso, come se qualcuno l’avesse truccato.

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«Rue du Roi-de-Sicile! Le dirò io dove fermarsi…».

Da lontano vide i due ispettori che andavano avanti e indietro di fronte all’albergo. Scese dalla macchina e li raggiunse.

«Non è uscito?».

«No… Uno di noi è sempre rimasto di guardia…».

«Chi ha lasciato l’albergo?».

«Un vecchietto tutto curvo, poi due giovani, poi una donna sulla trentina…».

Maigret alzò le spalle e sospirò:

«Il vecchietto aveva la barba?».

«Sì…».

Li lasciò senza aggiungere una parola, si infilò su per le scale strette e passò davanti alla guardiola. Poco dopo scuoteva la porta della camera 32: una voce di donna gli rispose in una lingua sconosciuta. La porta cedette ed egli vide Anna Gorskin, seminuda, che scendeva dal letto.

«Il tuo amante?» domandò.

Parlava a denti stretti, come uno che ha fretta, senza degnarsi di ispezionare la stanza.

Anna Gorskin urlò:

«Se ne vada!… Non ha il diritto…».

Flemmatico, Maigret raccattò da terra l’impermeabile che conosceva bene. Sembrava alla ricerca di qualcos’altro. In fondo al letto scorse i pantaloni grigiastri di Fedor Jurovič.

Invece non c’erano scarpe da uomo nella stanza.

Intanto l’ebrea si infilava la vestaglia fissando Maigret con occhi pieni di rabbia.

«Cosa crede, solo perché siamo stranieri…».

Non le diede il tempo di far esplodere la sua collera. Uscì tranquillamente e richiuse la porta che lei riaprì quando non era ancora sceso di un piano. Sul pianerottolo, la donna si limitò ad ansimare, senza dire una parola. Sporgendosi dalla ringhiera, lo seguì con lo sguardo e d’un tratto, incapace di resistere, presa dal bisogno lancinante di fare comunque qualcosa, sputò.

La saliva cadde con un rumore sordo a pochi centimetri dal commissario.

L’ispettore Dufour lo interrogò.

«Allora?…».

«Sorveglia la donna. Lei almeno non potrà travestirsi da vecchietto…».

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«Intende dire che…?» .

Ma no! Non intendeva dire niente! Non era nello spirito di affrontare una discussione. Risalì in taxi.

«Al Majestic…».

L’ispettore, dispiaciuto e umiliato, lo guardò andar via.

«Fa’ il possibile!» gli gridò Maigret.

Non aveva neanche voglia di affliggere il collega. Se si era fatto abbindolare, non era colpa sua. Maigret non aveva forse lasciato che uccidessero Torrence?

Il direttore lo aspettava sulla porta e questo modo di fare era una novità.

«Insomma… Mi capisce… Non so più cosa devo fare… Sono venuti a prendere il suo… il suo amico… Mi hanno assicurato che i giornali non diranno nulla… Ma “l’altro” è qui… È qui!…».

«Nessuno l’ha visto rientrare?».

«Nessuno!… È proprio questo che… Stia a sentire!… Come le ho detto al telefono, ha suonato… e quando il cameriere si è presentato gli ha ordinato il caffè… Era a letto…».

«Mortimer?…».

«Crede che ci sia un nesso?… Non è possibile!… È un uomo molto in vista… Ministri e banchieri sono venuti a fargli visita anche qui…».

«Che cosa sta facendo Oppenheim?…».

«Ha appena fatto il bagno… Credo che si stia vestendo».

«E Mortimer?».

«I Mortimer non hanno ancora suonato… Stanno dormendo…».

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